giovedì 25 dicembre 2008

mercoledì 24 dicembre 2008

Può darsi che non aggiunga altro

E se non lo faccio, approfitto di ora per farVi gli auguri di un buon Natale!

martedì 23 dicembre 2008

Di tutto un pò, ma onestamente direi un pò e basta..




Dicembre è sempre un mese di spostamenti... in attesa che sia pronto il materiale, velocemente ripercorro il tragitto che da Venezia mi ha portato a Parigi, e da Parigi passando da Biarritz a Prato Nevoso.



L'albero gigante delle Galeries La Fayette, e la neve di Prato Nevoso.






Keeping going on my road to Zion


giovedì 18 dicembre 2008

La notte




Alcune ore della giornata, quelle della notte in particolare, sono considerate difficili da conoscere, poco vissute, poco forse valorizzate, dato che le passiamo per la maggior parte dormendo, od in occasioni particolari. Vivere la notte e le sue ore con naturalezza e quotidianità ci viene leggermente difficile, a causa della nostra natura e del corso normale della esistenza.

La voglia di scoprire questa dimensione mi spinge molte volte a passare delle ore illuminando le visioni e le ombre che si muovono nelle tenebre.

In foto Alessandro Benussi a Deux Alpes.

Settimana scorsa a Marileva



Dopo aver viaggiato per mezza europa tutta la settimana, venerdì scorso appena due ore dopo esser rientrato in casa, ho deciso di ripartire verso le montagne con un pò di miei amici. Per scaricare un pò la tensione, per sentirmi vivo ancora un pò, per tornare al contatto con la mia realtà..

Le condizioni sono state perfette a riguardo, niente sole, ma un pò di neve che cadeva dal cielo, un pò di ventino, un pò di quelle condizioni dure che la sera ti fan sentire vivo al punto giusto.

Grazie,


lunedì 15 dicembre 2008

Time to dance for someone else..



I muri sembrano piu vicini ora di dieci anni fa, e forse anche di 20. Sembrano più stretti e piu vicini l'uno all'altro di quando nel pavimento nascevano giorno dopo giorno campi da calcio, percorsi e circuiti per automobili, cambi di battaglia, luoghi non ben definibili.
Ricorda ancora bene, di quando un giorno scendendo verso la città, pensava a come sarebbero stati eterni quei tre anni che lo avrebbero separato dal termine del suo corso di studi, anche se pure su questo potremmo discutere a lungo.

C'eran dei vuoti non ancora ascoltati, che più che ad un singolo di un artista emergente, assomigliavano ad una raccolta di un artista affermato. E neanche un giovane artista! Ma come aveva fatto a non ascoltarlo fino a quel giorno? Come gli era potuto scappare sotto il naso, quel lungo disco?

Ogni angolo andava ascoltato, ogni silenzio analizzato, od almeno doveva capirne l'origine. Il perchè se c'era, di tutto quello che passava sotto i suoi occhi. E dentro i suoi respiri. Il motivo di tutto quello che un famoso artista definiva come " un equilibrio sopra la follia".

Lui non era a posto, non lo sarebbe mai stato, e già questo era un buon punto per lui. Sapeva da cosa e dove partire, sapeva dove non voleva andare, ma ancora non sapeva chiaramente dove voleva finire.

E se ogni suo sogno fosse nato da un punto sbagliato? Fosse tutto partito da una situazione nella quale i punti fondamentali, i pilastri dell'edeficio, eran in realtà non rovinati, non mal costruiti, ma basati su un terreno non troppo sicuro...

La costruzione del nostro impresario era solida, ben eretta, anche se si vuole imponente, ma ogni qual volta un evento atmosferico si manifestava, beh, la costruzione ne risentiva... un piccolo cedimento qui, una parete un attimo umida, una cantina con un centimetro di acqua... E queste cose nell'economia della costruzione, si facevano sentire eccome.

Fu per questo motivo, che altri costruttori decisero di erigere le loro costruzioni non troppo nelle vicinanze. Ogni tanto qualcuno passava qualche tempo nelle stanze della nostra costruzione, ma ne usciva, non riusciva ad andare oltre a quei fastidi che il terreno all'apparenza così normale, in verità nascondeva.

La costruzione diventava sempre migliore, i fastidi eran comunque minimi, ma la casa sapeva di averli, e piuttosto di annunciarli a chi decideva di abitarci, faceva finta di niente, cercando di nasconderli quando si facevano sentire. Non voleva che i suoi abitanti ne risentissero. E per questo la costruzione cercava di rimediare al meglio ad ogni colpo ricevuto in passato, o da ogni colpo ricevuto in presente.

La costruzione però voleva soltanto poter andare avanti in maniera normale, ospitare famiglie, vederle crescere, voleva aiutare con il suo disequilibrio i suoi abitanti a trovare equilibrio. Sapeva cosa poteva essere utile sapere per non commettere altri errori di costruzione, voleva che le altre case fossero quanto più perfette possibile..

E da qui, la nostra costruzione capii che forse era inutile cercare così tanto di nascondere i suoi difetti, ma che se avesse consigliato al meglio i costruttori in che luogo erigere le loro case, li avrebbe potuti aiutare e non poco! Conosceva bene il terreno, le acque, gli eventi atmosferici.. poteva così finalmente vedere qualcosa crescere, ed ennersene contenta.

La costruzione si iniziò così ad adoperare aiutanto per quanto possibile i costruttori, alcune altre costruzioni cominciavano a prendere piano piano forma.

Questo era importante per la costruzione, come per quel Lui che scendeva verso la città pieno di pensieri. Lasciare un segno, vero, unico, che non fosse confuso, che quello che dentro di Lui accadeva, potesse essere visto e sentito, e che le cose che più lo avevano segnato, non segnassero altri.

Il percorso continuava, si stava costruendo, la demolizione non avrebbe giovato a nessuno. Per ora si costruiva, ma nel mentre il pensiero era già verso il motivo primo che aveva portato quel Lui e la costruzione ad essere posizionato. Ad essere per quanto possibili, attori di una pellicola che insieme ad altre mille pellicole, si stavano registrando nello studio del Sommo Regista.

mercoledì 3 dicembre 2008

Là sulle vicine montagne...





Un sabato, gli amici di sempre, Luigi, Alessio, Enrico Nanni e la grande compagnia di Matteo P.

Fotografie di Matteo Pastega e credo una di Zibi.










Speriamo si torni su presto....

peace

lunedì 1 dicembre 2008

A volte poco distante da te

Ci sono mille cose che si muovono, mille cose che invece sembrano non muoversi mai e sembrano non toccarti minimamente, tanto sai che sono li, e da li credi mai si muoveranno o mai diverranno diverse da come sono.

Questi piccoli cambiamenti appaiono invece visibili quando si manca da un posto per del tempo, e poi ritornandoci noti di come siano cresciuti gli alberi, di come sia cambiato il volto delle persone con cui stai colloquiando, di come i muri possano essere più scrostati sulla vecchia casa, di come anche la vecchia casa non sia più la stessa. Di come alcuni rumori che eri solito riconoscere tra mille e mille, bene ora non risuonino più.

Ti accorgi che sei stato distante senza muoverti, ti accorgi di esserti dimenticato di tutto quello che davvero contava perchè non te ne rendevi conto, e ti lanci con quello slancio di amore che in verità mai ti aveva abbandonato cercando di non perdere ancora una occasione.

Non ti importa se la vita con te è stata dura, è stata dura anche senza farti mai mancare il pranzo o la cena, è stata dura per mille altri motivi, che non direi certo futili : sono stati i tuoi motivi, è stata la tua vita e se sei li davanti ad un monitor a scrivere vuol dire che poi tanto male non sta andando.

Hai forse solo paura di tutto quello che potrà un giorno mancarti, hai paura di aver sbagliato tutto, e non vorresti più sbagliare.

Ed un rombante silenzio ti coglie dentro di te, finchè una lacrima ti solca il viso. Perchè tu dentro di te non hai smesso di sognare che tutto fosse o potesse divenire migliore. Ed ora vuoi fare tutto quello che vuoi per rendere migliore i giorni di chi ti ha protetto fin dal primo giorno, nonostante i suoi forse errori. Perchè anche se l'altra metà della tua camera se ne è scordato, o non ci vuole pensare, se siete dove siete è tantissimo merito suo.

Credo che sia in momenti come questi che vorrei davvero vivere in una situazione nella quale il tempo non desse i suoi verdetti, non cambiasse in modo irrimediabile le cose, non segnasse la mia esistenza.

Come un finto albero di plastica.