lunedì 29 aprile 2013

L'immaginarsi sogno



Andy Criere, Hossegor, 2011
Di sicuro, non me lo aspettavo. Si dice spesso che quello che non ci si aspetta, accade. Un dolce controsenso a pensarci. O forse lo dicono per togliersi il peso dell'attesa, che davvero molte volte diventa un grosso macigno, un qualcosa di insostenibile anche per l'animo più forgiato.
L'attendere, lo avevo già scritto, a me non ha mai portato a felicità, per quale motivo non lo so realmente, a volte perchè aspettavo ormai a giochi fatti ma con la speranza che l'incalcolabile si quantificasse davanti di colpo, sconvolgendo il libro di mastro e sballando un conto economico fin troppo perfetto.
Nella mia mente è sempre stato l'elemento incalcolabile, il fattore straordinario a dare alla realtà un gusto vero, un gusto forte, non dico dolce o amaro, ma quantunque forte: mi piacciono le cose fuori dal normale, non calcolate, non costruite. Anche se a volte spaventano ed ammetto che non sempre le ho gestite al meglio.
Il crescere, che non sempre è un divenire, ha sicuramente modificato molto, ma forse sotto sotto, cambiato realmente poco: le paure rimangono sempre. E non le paure cardinali di una esistenza, ma quelle paure che ti frenano dal sognare. Come quando sogni e pensi che puoi volare, ma non ti lanci nel vuoto perchè hai paura: ma paura di cosa poi, dato che stai sognando?
Ho imparato ed imparo sempre e giornalmente molto, vivendo a volte schivo e facendo intendere senza mai realmente dire troppo: forse per incuriosire e voler conoscere l'altrui curiosità.
Nelle incomprensioni, nel non detto, credo risieda molto di quello che leggiamo nei libri di storia: dell'egoismo, dell'ingordigia e della tirannia non ne parlo, ne le considero. Posso essere tiranno di me stesso, ma non imporre sugli altri ciò che credo o che vorrei.
L'interazione con le altre persone non è certo facile, ma non è certo questa una considerazione nuova: ma forse il ragionare su cosa sia facile potrebbe diventarlo.
Facile è soggettivo, facile non esiste: può esistere la via conveniente o quella più veloce ad esempio, ma non parlatemi di una scelta facile. Di solito nelle scelte di oggi, si ripongono le speranze del domani.
Dalla scelta di una scuola o di uno sport si sogna una professione, di una persona il proprio futuro, di una auto il confort: vi sembra ci sia qualcosa di facile in quanto elencato sopra?
L'interagire con una altra persona porta a dover considerare un sacco di aspetti che solo un egoismo che credo di aver abbandonato ad altri momenti della mia esistenza, potrebbe non considerare.
Si voglia o no, ti sto parlando.
Tutto quello che è successo, succede e succederà, lo voglio definire con un sorriso e con un paio di aggettivi: incalcolabile, profondo, sorridente, sognante.
Credo che nella interazione non ci debba essere rancore, rabbia e gelosia: credo questo sia quanto possa rovinarla.
Non mettere i pesi alle altre persone, non è giustificarle: è capire invece cosa realmente abbiamo dentro di noi, e cosa realmente vorremo accadesse. Lasciare liberi le persone, quello è assoluto, quello è realtà, quello è purezza.
Lasciare gli eventi accadere ed accettarli (non giustificarli, ma rendersi conto che sono reali e non intingerli nelle nostre speranze) è simbolo di maturità e di esser uomo.
Se al mercato qualcuno gridò che Dio è morto, e che noi lo abbiamo ucciso, io credo invece che Dio sia più che mai vivo, e che molti stiano cercando di ritrovarlo: non un Dio di qualche religione, ma con Dio intendo un insieme di valori che ogni persona porta con se e che ci rende degni di esser definiti uomini.
Se Nietzche annunciava l'evento dell'oltreuomo, quel vero oltreuomo ancora deve venire, o quanto meno ancora lo aspetto. L'uomo rivendica nella sua dignità la vera volontà di potenza, non seguendo schemi o urlatori che dovrebbero far ridere ed invece potrebbero far piangere, non seguendo facili ricette per il successo (che chiamerei denaro, il successo senza denaro interessa davvero poco).
L'uomo vorrebbe, ma la strada è troppo difficile per esser percorsa, vorrebbe dimagrire (o lo vorrebbe perchè altri dicono che debba venir fatto) ma non vuole rinunce o fatiche, vorrebbe giocare in serie A ma la fatica dell'allenamento non la sopportava nemmeno quando aveva 14 anni.
E magari non per un limite fisico, ma forse mentale: era davvero quello che voleva?
Questo rimane il punto, cosa si vuole davvero, per cosa davvero siamo qui, per chi davvero siamo qua.
Se una giovane promessa del ciclismo, se un bambino che sogna la bicicletta si dovesse veder costretto ad altra disciplina, non aspettiamoci lo stesso impegno che avrebbe messo nel pedalare sulle dure salite delle alpi: era quello che sognava, era quello il suo sogno.
E sempre alle scelte si ritorna. Ogni scelta apre una porta, uno scenario, una vita diversa. Alcuni teorici parlano di mondi paralleli non comunicanti (una teoria su cui fantisticavo a circa 12 anni, ma nella comunicazione vale sempre la regola che è chi comunica cosa fa che ha la meglio - quindi prossima volta chiamerò la radio anche io): io parlo di cosa invece domani, dopo sarà diverso da ora.
Dalle piccole scelte dell'immediato, cosa ad esempio scriverò dopo la virgola, a quelle che lasceranno un segno più importante in una esistenza: biforcazioni della vita, nuove strade che si aprono e si deve avere la forza di non continuare al rimorso di quello che sarebbe potuto essere: per questo la scelta deve essere propria, e mai poterla o volerla rinfacciare ad altri. Anche "gli altri" più vicini a noi, che sicuramente vogliono solo la nostra gioia, non è detto ci diano la strada giusta per noi. Ma a loro nulla è imputabile, loro ci hanno dato semplicemente la vita. Direi qualcosa di straordinario lo han ben fatto no?

L'immaginarsi sogno, la consapevolezza di comunque poter esser tale e di esser comunque stati straordinari qualsiasi cosa succeda, credo che ci permetta di continuare il cammino con la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta: non facile, non di comodo, non veloce.

Non voglio imputare alle lancette colpe o recriminare al tempo delle situazioni. Vorrei averne di più tempo, per capire meglio, per vivere le cose.
Non so se lo avrò, non so se potrò averlo.
Ma nei bei momenti, anche se veloci e che potrebbero allontarsi sempre di più, ho tutta la consapevolezza e la forza di un sorriso. Un sorriso che non lascerò farsi rovinare dagli eventi, un sorriso che voglio rimanga.

Magari insieme, magari lontani.
Andando contro vento o andando a favore di esso.
Juventud eterna o alegria eterena de llegar a ser.
Arrivare insieme o dover dimenticare di essersi immaginati sogno.

C'è un libro che aspetta di esser letto, di esser vissuto, di esser aperto. Sicuramente potrebbe essere una avventura straordinaria. Ma ricorda quel libro lo scrivi tu, con il tuo presente, e qualsiasi parola scriverai, se scritta in maniera libera e pura, sarà colonna portante del capolavoro che è la tua vita.

Sorridi :)










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