martedì 19 maggio 2009

Provare ad ascoltare.



Ero fermo, ero ad una stazione di servizio, ma in verità non avevo bisogno ne' di benzina, ne' di controllare la pressione dei pneumatici, ne' di lavare il mio autoveicolo.
Ero li' perché avevo poco prima sentito una voce, una voce che a volte forse tradisce se stessa, che mi aveva fatto capire cose, che già avevo letto una settimana prima, quando i nostri sguardi si erano nuovamente uniti.
Sarei stato li' anche solo per sentire il suono del tuo avvisatore acustico, sarei rimasto li' anche solo per dimostrarti che la mia parola non cambia, che ciò che ti ho promesso stringendoti a me, non cambia e non cambierà a colpa d’insicurezze o debolezze, ma rimane forte e costante. Perché a tradire noi stessi, siamo già stati abbastanza bravi entrambi.
Dal caldo sud-est italiano alla fredda città che ha cambiato ma che per molti anni abbiamo conosciuto perchè conteneva in essa il nome di Lenin, riesco a percepire benissimo cosa sta accadendo. Sento la tua mancanza, la mancanza della tua voce, la mancanza della nostra voce. Ma sento ancor più forte tutto quello che stai passando, e ricordo ancora benissimo le tue parole che hanno attaversato l’etere e raggiunto i nostri dispositivi di comunicazione mobile.
Ricordo bene cosa mi hai detto, e se già prima ero preoccupato per Te, ora lo sono con Te. Sento le distanze che ci stiamo imponendo, anche se in verità sono sicuro e peccherò di presunzione, nessuno dei due ha voglia e riesce a non pensare all’altro.

Attraverso l’appennino, vedo il verde delle colline, il giallo dei mezzi di lavoro che poggiano su binari morti….
Ti assicuro che Noi, non siamo su un binario morto, non lo saremo mai. Combatterò per la tua vita, per saperti serena, andrò contro ogni regola stabilita da altri ed ogni pre-concetto creato sempre da qualche freddo statista della realtà. Perché la realtà delle nostre esistenza non può essere definita da altri se non da noi stessi.
Ed io di definirTi non ne ho assolutamente voglia, non avrebbe assolutamente senso.

Ti domandai cosa vedevi se mi guardavi… e tu hai detto di vedere Te Stessa.

Fare finta che non tenga a Te, che tu non tenga a me, non farà mai cambiare nulla. Preferisco l’onestà, preferisco la verità e capire i contorni del nostro ambiente.

Mai questo stanco viaggiatore si stancherà di lottare per vederti sorridere e saperti felice.

Si dice che nulla si fa per niente, dicono che magari tutto questo è perché non ti posso avere… Mai frasi furono più false.

Se i tempi coincideranno magari avremo una possibilità di costruire qualcosa ( come se non avessimo già costruito molto più di tante altre persone ). Se non coincideranno vorrei tanto avessimo occasione di non perderci ancora. Però una cosa è vera.

Io non lo faccio per niente. C’è una cosa che voglio da Te.

E’ vederti sorridere ed essere felice.

Sono due cose queste vero ?

Beh, è proprio questa imprecisione matematica che mi fa sorridere ed amare le possibilità dell’infinito umano contro la fredda razionalità dei numeri.
Noi infiniti ed imprecisabili nel tempo, noi uniti nel destino ed uniti nel pensiero. Noi così indescrivibili ma così di cuore. Noi unica essenza materiale della parola destino.

Buon viaggio. E quando di nuovo si sarà entrambi nelle zone che ci hanno fatto incontrare, verrò io senza paure a darti la cosa che forse più di tutte testimonia quello che molte parole non riescono a definire.

Un abbraccio. Un abbraccio per Te.

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