giovedì 13 novembre 2008

L'arte di farsi i dispetti.

Farsi i dispetti. Esiste ancora questa arte oppure ormai per qualsiasi cosa si finisce davanti ad una terza persona chiamata giudice?

Il dispetto, ovviamente scherzoso o non pesante, ha da sempre creato momenti di divertimento e sfida tra le due parti in gioco.

Altro pensiero sconnesso potreste pensare? Beh non proprio.

L'arte di prendersi in giro per le piccole cose, l'arte del ridere e dello scherzare, l'arte del misurarsi con gli altri è ormai dispersa.

Facciamoci caso. La maggior parte delle satire ( componimenti poetici che pongono in ridicolo le debolezze e i vizi umani con l'intento di correggerli ) ormai si basa solamente su argomenti quali la fisicità o il denaro.

E la grande tristezza è la piena mancanza di quell'intento di correggere quel vizio o debolezza.

Il dispetto è ormai cosa dimenticata, ma sopratutto il dolce dispetto che non avrebbe causato più di tanti problemi a chi lo subisce, il dispetto buono, il dispetto alla buona.

Siamo ormai tutti Baronetti, quando invece alla fine il nostro background è pienamente popolare. Dove quel popolare è un termine molto più nobile, e baronetto invece suona più triste e falso di un cucciolo computerizzato.

A buon intenditor poche parole...

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